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L'agenzia europea del farmaco riconosce la genotossicità dei "vaccini" COVID

La genetista francese Alexandra Henrion-Caude et il professore Luc Montagnier, alla camera parlamentare lussemburghese, danno le prove che l'agenzia europea del farmaco è consapevole della genotossicità dei "vaccini" contro il COVID-19. Non è mai successo prima d'ora che un prodotto sia testato sulla popolazione mondiale senza fare prima l'oggetto di testi approfonditi. L'agenzia europea del farmaco riconosce non avere gli studi in merito alla sicurezza del prodotto. L'esistenza di un rischio non quantificabile di genotossicità e di tumori viene riconosciuto, ma purtroppo non hanno avuto il tempo e i soldi per valutare come si deve questi prodotti. Inoltre, malgrado la richiesta fatta, l'agenzia europea del farmaco non ha fornito la documentazione relativa al rapporto benefici/rischi per fascia di età e per statuto immunitario. Alexandra Henrion-Caude informa inoltre, dopo un intervento precedente di una ministra che afferma l'inesistenza di farmaci curante il COVID, che esistono sul mercato farmaci per la cura e che i governi hanno voluto volontariamente escluderli affermando che non ce n'erano. Tuttavia esiste l'ivermectina, l'azitromicina in triterapia. Ci sono stati centinai di prove cliniche dimostrate e controllate con questi farmaci. Ci sono alternative. Alexandra Henrion-Caude aggiunge: "quando la storia guarda il mondo prendere una decisione su un farmaco sul quale non si ha la minima idea se genererà tumori nei pazienti sottoposti a vaccinazione o alterare la fertilità dei giovani inoculati, mi sembra che il minimo sarebbe di porsi la domanda sull'obbligatorietà della vaccinazione". L'intervento è visionabile tramite il link qui sotto. Buona visione. N. M. V.





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